un giorno, anch' io

Adoro le giornate cominciate senza l'inutile suoneria della sveglia, quelle giornate in cui la luce filtra tra gli scuri e rischiara la stanza, giornate in cui posso starmene tranquillamente a letto una mezz'ora in più con il mio ragazzo senza dovermi preoccupare del  traffico per raggiungere l'università, di preparare il pranzo, di scegliere cosa mettermi addosso. Quelle giornate in cui non devo sorbirmi la compagnia di autocad, 3dmax e photoshop per minimo 12 ore, in cui posso andare a fare la spesa e leggere le etichette come fossi un consumatore consapevole, e non infilare nel cesto la solita insalata già pulita, un paio di mozzarelle e una scatola di sottaceti in offerta. Amo quelle giornate che mi permettono di andare al mare al pomeriggio, e non è così affollato da consentire il normale svolgimento di un bagno rinfrescante senza rischiare di essere gettato in acqua da orde di vecchi abbronzati come Ballotteli in evidente stato di disidratazione dello strato superficiale di epidermide (dovete sapere che la situazione mare-abbronzatura nella mia città è una questione delicata). Solitamente la giornata finisce con uno spritz alla luce del sole che cala sul lungomare; la mia pelle ha assunto un colore vagamente porpora, e io me ne lamento; le famigliole felici rifanno le borse, i papà piegano le sdraio: spero sia stata una giornata felice anche per loro. Sapete che finale ha la giornata che amo? No, non lo so neanche io. Effettivamente contempla una serie di scenari infiniti: fare una doccia veloce ed uscire fino a tardi; fare una doccia lunga col mio ragazzo e uscire a cena con lui; fare una doccia e uscire ad aperitivo e finire ubriachi in centro; fare una doccia e andare in osmiza e scendere più tardi in "city". Di sicuro in effetti c'è solo la doccia. Ecco, anche oggi sarebbe stata una giornata così, se solo non fossi in periodo di esami. Quindi, se oggi voi avete fatto quanto sopra descritto, cortesemente andate a cagare, io passerò probabilmente la nottata davanti a questo schermo. Ps: se avete anche dormito col mio ragazzo...beh, ditegli anche voi che a volte russa. A me non vuole credere. 

Oggetti fallici

Il post sul calippo mi ha ispirato questo utilissimo post sugli oggetti la cui forma ricorda quella di un pene. Ecco la mia lista: calippo, altro ghiacciolo che ho comprato oggi e che si chiama "pirulo", cetrioli, zucchine, carote, banane, la patata in foto, wurstel, salami, salsicce, hot dog, obelischi, torri, campanili. Se ve ne vengono in mente altri non esitate a commentare!

Il calippo

Adoro il calippo. È come un ghiacciolo, ma non ti cola sulle mani e lungo le braccia. Finalmente l'altro giorno ho visto ciò che ho sempre desiderato: il calippo venduto al supermercato! Tra l'altro in versione mini, perfetto per me che sono pocket size e che solo a fatica riesco a mangiarne uno intero. Questo mi dà inoltre la possibilità di gustarmelo a casa; sì, perché la vita è impossibile se sei una ragazza e mangi il calippo in pubblico: occhiate, risatine, fischi e frasi di (dis)approvazione sono solo alcune delle torture alle quali noi rappresentanti del sesso debole siamo sottoposte nelle calde giornate estive.
Unica lamentela: al supermercato vendono solo due gusti di calippo, arancia e lime, e non mi dispiacerebbe anche il gusto coca-cola.

PS: la formattazione di questo post è ispirata al calippo all'arancia che sto mangiando ora con fare malizioso.

Ecco. Se c'è una cosa che odio è lavorare per il ciufolo, soprattutto nei lavori a gruppi. Non hai cazzi di fare la tua parte? Metti la testa fra la porta e lo stipite e sbattila più forte che puoi, se hai bisogno di una mano te la posso dare io. che "diamine"... 

Blog inutile contro i blog inutili

Abbiamo sempre pensato che scrivere blog inutili sia una cosa inutile, ma visto che lo fanno tutti e visto che scrivono minchiate più grandi di quelle che potremmo mai scrivere noi, siamo dell'idea che il mondo abbia bisogno di altre due idiote.